Le fiancate della mia barca appaiono ingiallite e rovitate. Il preventivo del cantiere è piuttosto alto, vista l'età della barca, quindi il cantiere mi ha suggerito di lucidare le fiancate per mezzo di una carteggiatura con carta abrasiva da 600 e poi da 800 con successiva lucidatura a pasta. Siccome vorrei cambiare barca, Lei pensa che il lavoro proposto sia conveniente?

Sempre più frequentemente mi imbatto in barche che hanno subito un trattamento rigenerativo poco consono che se, all'inizio, lascia tutti soddisfatti, dopo poco tempo lascia evidenti danni manifesti.

Mi riferisco alla pratica, sempre più diffusa, di ripulire le fiancate della barca mediante carteggiatura. Vuoi per la crisi in corso che porta molti armatori a far da se, vuoi per la voglia di bricolage, vuoi per la necessità da parte dei cantieri di manutenzione di contenere i costi, la pratica di carteggiare le fiancate per ridonare lucentezza alla barca trova sempre più proseliti su scala sempre maggiore.

Nella media, il lavoro suggerito e spesso praticato, è quello di carteggiare a secco la fiancata con carta abrasiva da 600-800 per poi passare a lucidare la fiancata con pasta abrasiva.

Non ritengo questa operazione corretta, per i seguenti motivi:

Il gel coat di rivestimento delle imbarcazioni è più o meno una resina addensata con polveri; il risultato è un materiale di per se poroso ma molto duro, che serve a proteggere il laminato sottostante, la vetroresina, che costituisce il fasciame della barca. La densità del gel coat ne permette una lucidatura a specchio che, facilitando lo scorrimento dell'acqua e grazie alla durezza della pasta, impedisce allo stesso di lasciar passare l'acqua garantendo impermeabilità al laminato e contemporaneamente impedisce allo sporco di attaccarsi al rivestimento. La durezza della pasta, inoltre, protegge il laminato meccanicamente contro il consumo dato dall'usura e, fattore di gran lunga più importante, agisce da filtro ai raggi U.V. cui il laminato sottostante, il fasciame della barca, è particolarmente sensibile. Posta questa importante funzione del gel coat di rivestimento - sia dell’opera viva, garantendone l’impermeabilità ed allontanando il rischio di osmosi, che dell’opera morta, garantendone la brillantezza – accade che negli anni piccoli graffi e l'ingiallimento dovuto al riverbero del sole sull'acqua, contribuiscano al deterioramento del rivestimento, del gel coat, appunto, che si manifesta con opacizzazione diffusa ed in qualche caso con totale abrasione.

Agire meccanicamente sul gel coat con una carteggiatura, il cui termine appropriato in questo caso è seppiatura (dall'osso di seppia, leggermente abrasivo), non fa altro che graffiare ulteriormente il gel coat con una serie di micro incisioni, contribuendo ad aumentarne la porosità ed ancor più consumandone il già esile spessore del rivestimento che soprattutto nelle barche più nuove, per la logica dei risparmi di scala, si è assottigliato al minimo ammissibile.

La lucidatura con pasta abrasiva che segue la seppiatura a secco è solo una finitura effimera che dura il tempo di una stagione lasciando, alla stagione successiva, la superficie del gel coat in uno stato ben peggiore di quanto non fosse. Basti pensare all'azione dei parabordi sulla fiancata o all’azione di dilavamento esercitata dall’acqua sulla cera applicata.

Qualora vi siano i presupposti per una lavorazione di seppiatura, che sono prevalentemente quelli di una buona struttura del gel coat priva di graffi e scalfiture, la seppiatura va effettuata assolutamente ad umido, con carta abrasiva "matura", ben impregnata e di grana tale da evitare al massimo di asportare materiale (gel coat). Preferibilmente, sovrapporre più passaggi leggeri di carta con grana sempre più fine piuttosto che passare una sola volta con grana grossa (600) e lavoro intenso. Finita la seppiatura, anche la lucidatura andrà effettuata con passaggi successivi dapprima di pasta abrasiva, seguita poi da polish (una pasta abrasiva con grana ancora più fina) e cera lucidante.

A ben valutare una simile lavorazione, calcolata per il monte ore necessario, non è assolutamente conveniente e non può considerarsi sostitutiva ad una verniciatura con prodotti adatti allo scopo, pur costituendo un valido palliativo tale da garantire un paio di stagioni ma necessitando, comunque, di una buona lucidatura annuale. Si deve sempre ricordare che il valore di una barca è dato da una serie di fattori; una manutenzione fatta male è uno dei principali fattori di riduzione del valore della barca. In tempi come quelli correnti in cui gli scambi sono rarefatti al massimo, in caso di necessità di vendita, una barca che ha goduto di una manutenzione più oculata si venderà sempre e comunque meglio di una barca che pur godendo di un valore minore, richiederà spese maggiori per il riarmo.

Ultimo aggiornamento (Sabato 17 Aprile 2010 03:25)